Marinella Marmo

Sono venuta in Australia nel 2005 per lavoro, dopo aver passato 5 anni in Inghilterra.

La prima impressione dell’Australia è stata quella di un mondo a metà’ tra l’Italia e l’Inghilterra, per cui mi ci sono trovata subito bene.

Da quando sono arrivata, sono rimasta alla Flinders University (Adelaide) dove sono Associate Professor in Criminologia.

Nell’ambito del mio lavoro, la mia ricerca riguarda il cross-bording, il confine come una linea che delimina le nazioni ma anche le identità delle persone: chi ha una identità ‘preferita’ viene accettata (come me), mentre chi non l’ha, viene definita come persona non gradita e quindi rigettata o trattata male (ricordiamoci che fu cosi’ che gli italiani degli anni ’60 vennero definiti).

Questa lente per leggere il confine è applicata sia agli immigrati irregolari che bussano alle porte dell’Australia e dell’Europa e sia alle persone che viaggiano in maniera ‘regolare’ ma provengono da zone considerate ‘a rischio’.

In questo ambito, ho partecipato a varie pubblicazioni. Per esempio, il concetto del ‘disappearing human’ sugli sbarchi dei clandestini in Australia ed in Italia, o il concetto del ‘desirable migrant’ con riferimento al ‘virginity testing’ imposto alle fidanzate provenienti dal bacino sud-Indiano negli anni ’70 all’aeroporto Heathrow di Londra (ricerca ripresa da ‘The Guardian’ e da ‘The New York Times’).

Da quando sono diventata un membro del comitato ARIA-SA, una associazione non-profit che promuove ricerca tra l’Italia e l’Australia, mi sono occupata di movimenti migratori contemporanei tra professionisti appartenenti a questi due paesi.

Il frutto di questa ricerca è stata raccolta in una edizione speciale dell’ International Migration, curata con colleghi. Questo volume vuole essere un contributo alla nuova ondata migratoria Italia-Australia.

Mi piace pensare che attrarverso il mio lavoro di ricerca possa offrire qualcosa non solo qui in Australia ma anche in italia (ed oltre).

Dopotutto, un ampio aspetto della mia vita e’ ancora in Italia, con i miei genitori a Salerno. Per me, viaggiare e scoprire nuove opportunità di vita e di lavoro è un privilegio che mi è stato consentito, soprattutto a livello di supporto emotivo, dalla mia famiglia. Probabilmente farò parte di una congruo gruppo di italiani all’estero i cui genitori invecchiano in Italia.

Febbraio 2015