Le Donne del Toscana Club

Il Club Toscana: Il Posto Dove Sentirsi a Casa, in Famiglia.

L’Associazione Toscana di Adelaide è nata in un modo piuttosto particolare, quasi casuale quando un gruppetto di volenterosi, tra i quali Paolo Citti, organizzavano alcune serate danzanti con il preciso scopo di coinvolgere e sollecitare i corregionali ad unirsi per formare un “Circolo Ricreativo Toscano”. Il 12 ottobre 1980, durante la seconda serata, Mario Olla, il presidente della Consulta Regionale Toscana ed il dott. Valerio Cecchetti, il vice-presidente della Consulta e presidente dell’Associazione Lucchesi nel Mondo, vennero da Melbourne con lo scopo di dare supporto ed organizzare questo Circolo Toscano in Adelaide.

Dopo tante discussioni e l’opera di persuasione da parte di Mario Olla, alle fine della serata, è stata annunciata una lista di nominativi per formare un comitato provvisorio. Il giorno dopo, c’è stata l’elezione per il comitato provvisorio, che includeva Sandra Lazzaris nelle funzioni di segretaria.

Nel 1981, l’Associazione Toscana di South Australia è divenuta un ente giuridico a tutti gli effetti di legge. Anche se la maggioranza del gruppo era di origine lucchese, abbiamo scelto il nome Associazione Toscana di comune accordo in modo da invitare tutti i toscani del Sud Australia a partecipare nell’Associazione.

Finalmente, nel 1992, si è realizzato il sogno di avere una sede propria, anche se il locale ha avuto bisogno di un ristrutturazione radicale. Dopo tante discussioni e lavoro sodo, il 24 giugno 1995, la sede viene ufficialmente inaugurata.

Melanie Smans, Flavia Coassin, Daniela Costa e Renata Bertozzi hanno incontrato il 29 agosto 2005 un gruppo delle donne del Club Toscana.

Abbiamo parlato della loro esperienza e coinvolgimento nel Club, la storia del club e le loro speranze per il futuro.

Ecco le loro testimonianze:

 

I primi giorni del Club

Renata – “All’inizio, quando facevamo le funzioni, si andava in qualche club o sala, ma facevamo molti picnic, o qualcosa del genere. Si cucinava nella sala della chiesa, ma lo spazio e le comodità erano veramente poche. Doveramo portare tutte le cose dal club, dopo di che, abbiamo pensato, perché non farlo al club? Allora quando abbiamo iniziato qua, vi ricordate cosa facevamo? Gli uomini lavoravano e noi venivamo qua, si cucinava per gli uomini che venivano ad aiutare e si lavavano i piatti dentro i contenitori …”

Pina – “Queste donazioni che facciamo, vengono dalle giornate della festa di Santa Croce che Renata ha organizzato”

Annamaria – “Gli uomini hanno cominciato, allora abbiamo partecipato secondo quello che loro ci hanno spinto a fare.”

Lina – “All’inizio, noi eravamo come le pecore ma perché forse allora così si faceva; non c’era libertà per noi. Ma adesso siamo cambiate molto, noi comandiamo a bacchetta gli uomini e devono fare quello che gli diciamo di fare!”

Pina – “Quando siamo venuti qua, piano, piano abbiamo comprato una cosa poi un’altra, e quello che mancava, si portava da casa”

Lina – “In cucina, si cucinava qualcosa di diverso, cose casalinghe per attirare la gente. E cosi si poteva fare un’pò di soldi per mettere qualcosa di più nella sala e comprare i piatti, e la prossima volta, qualcos’altro. Ma, piano, piano si andava avanti e quando avevamo un pò di soldi si comprava un’altra cosa. Lavoriamo tutti un altro po’, e si compra la macchina per lavare i piatti. Lavoriamo un altro po’ e la prossima volta l’aria condizionata. E così via.”

 

“Il comitato è nato nella cucina”: La formazione del comitato delle donne

Renata – “Il comitato vero e proprio delle donne è stato formato nell’anno 82/83, da quello che noi abbiamo nei [recordi].

Le donne sono nel sotto comitato poi c’è il comitato direttivo, in cui c’è anche Francesca Donati, che fa la segretaria. Praticamente, nel direttivo sono stato convolta io e Francesca. Nel comitato, Nunzia è l’esperta e lei ha la responsibilità della cucina.

Lina – “Prima di Francesca, non abbiamo mai fatto una cosa fuori di quello che gli uomini nel comitato programmavano di fare e noi andavamo dietro di quello. Comunque, avevamo le nostre opinioni e questo ha creato problemi all’inizio.”

 

“Lavoriamo però c’è il senso di divertimento allo stesso tempo”: Le loro esperienze

Nunzia – ” Tanti toscani non vengono dallo stesso paese o città e essendo un club così, (dopo) si è conosciuto diverse persone, chi è di li, chi è di là. Io sono dalla Garfagnana. E chi conosceva altre parti, ma qua, ci sono diverse persone che vengono da quelle parti.”

Renata – “Io ho sempre desiderato conoscere qualcuno della Toscana qui in Australia. Avero pensato che ritorno in Italia e mi sposo un toscano, e l’ho trovato qui in Australia! Mi piace moltissimo quello che facciamo per le nostre tradizioni. Siamo un club piccolo, comunque, abbiamo qualche cosa di particolare: siamo una famiglia, è difficile trovare molti comitati come il nostro, un comitato di donne che andiamo tutte d’accordo, non c’è mai stato un dibattito, sempre nell’ambito della educazione e rispetto l’una verso l’altra. C’è stato un periodo che noi donne mettevamo via $2 e dopo andavamo fuori a mangiare.”

Alice – “Quando mio marito ha cominciato a venire al club, dopo tanti anni qui dentro, allora sono stata più coinvolta anch’io.”

Caterina – “Io sono della provincia di Avellino, mio marito è toscano.”

Lina – “Mio marito è toscano, era nel comitato, e allora mi portava con lui. Lavoravo, facevo quello che c’era da fare ma non ho mai voluto prendere parte alle decisioni. Non volevo essere in quella posizione. Ma, piano piano, ho cominciato a venire e conoscere le altre, e anche a cucinare e ho imparato tante cose che non sapevo e ora mi sono sento più rilassata. Ma tutte queste esperienze sono state buone e siamo amiche.

È stato tanto aiuto per me. Mi sentivo sempre nervous, you know, che non potevo farle e tante volte mi veniva il mal di testa!”

Annamaria – “Io sono come Lina. Mio marito era coinvolto nell’associazione e poi ho partecipato anch’io. Piano, piano sono arrivate altre donne, 1, 2, 3. Si discuteva di come prepare i pranzi, i picnic e così abbiamo organizzato un gruppo di donne e ci siamo messe a cucinare (accidenti! …) ma mi è sempre piaciuta la cucina. Poi abbiamo i costumi di Carnevale per i bambini, e siamo arrivate a questo punto e siamo ancora insieme, e partecipare, ridere, scherzare, ma quando serve la serietà, ci mettiamo la serietà.

Quello che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto volentieri.”

Franca – “Ho cominciato qui nell’82. Sono stata tanti, tanti anni qui in Australia, dal 1957. Ero contenta, si lavorava. Si faceva i pranzi, si faceva i dolci, si faceva i biscotti, li si vendeva per raccogliere i soldi per il Club.”

Anna – ” Mio marito è calabrese, però è cresciuto in Toscana, e allora sapeva del club. Alla fine, con una amica, siamo venuti qua, mi sembra un AGM. Pensavo beh, è bene che andiamo così. Inizialmente pensavo: parteciperà mio marito, così me lo levo di casa! Ma le altre donne mi hanno subito coinvolta nel comitato.”

Francesca – ” Sono molto orgogliosa di essere italiana. Sono nata qui, figlia di siciliani, ma mio marito è toscano. Comunque, mi sento più toscana che siciliana! Nei primi giorni nel comitato direttivo, le discussioni erano accese e litigavo anche con mio marito. Qualche sera non ci parlavamo quando ritornavamo a casa, ma la mattina facevamo pace. Era difficile per gli uomini accettare nuove idee, avevano vedute ristrette, allora ho dovuto lottare.

Abbiamo deciso di fare le riunioni in inglese perché non capivo tanto l’italiano. Se non era per queste donne, il mio italiano sarebbe [poco]. Essendo stata in altri comitati, ho portato l’esperienza e tante nuove idee – le sfilate di moda, squadre di pallacanestro e di calcio, l’adozione di un bambino tramite Compassion Australia.”

Tutte le donne – “lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo”

Anna – ” Vorrei essere più independente e avere potere decisionale.”

Pina – “Lavoriamo però c’è il senso di divertimento allo stesso tempo.”

 

Carnevale, la Befana e la festa della donna: Gli avvenimenti e le tradizioni

Renata – ” Mi ricordo che la prima cosa che abbiamo cucinato a Carnevale sono state le fettuccine alla papalina, allora nessuno sapeva che cos’erano le fettuccine alla papalina, nemmeno i tortellini alla crema. Abbiamo fatto le cialde, e poi un anno abbiamo fatto il minestrone, la pasta e fagioli, tante cose”.

Annamaria – “Ecco, c’è stato il picnic di Pasqua a Maglieri. Il Club Toscano è stato uno dei primi club a farlo e adesso partecipano gli altri.”

Francesca – “La Befana è un giorno puramente per i bambini. Ingaggiamo un mago o un pagliaccio per far divertire i bambini. Gli diamo le caramelle e i gelati. Una delle donne si veste da Befana e porta i regali in una carriola. Di solito, Renata ed io compriamo i giocattoli (solo per i bambini che hanno meno di 10 anni – di solito 30 bambini) … davvero, è un grattacapo! Cerchiamo di non dare lo stesso giocattolo allo stesso bambino, allora manteniamo una lista di tutti i giocattoli che abbiamo comprato gli ultimi 3 anni. Passiamo una notte a incartare tutti i regali … (Renata –ci meritiamo uno scotch!)

La pentolaccia è la nostra unica cena con festa da ballo. Nei primi anni, era un ballo in maschera, ma non lo è più perché nessuno veniva in costume. Faccio 3 palle di cartapesta e Renata le decora e compra le cose da mettere dentro – regalini come caramelle, salsicce, calze, reggipetti, guanti di spugna, cuffie da doccia. Vengono appese e poi le persone bendate ballano sotto e cercano di colpirle con un bastone. Quando si rompono, tutti corrono a raccogliere i regalini.

Il tiro della forma è un gioco a cui partecipano solo i soci. Si tira il formaggio lungo una corsia e chi la tira più lontano è il vincitore. C’è una coppa per le donne e una per gli uomini. È un giorno bello perché i nostri figli partecipano”

Renata – “Abbiamo proprio tradizioni del paese. Il giorno della Befana, si regala i giocattoli ai bambini dei soci. Sono giornate veramente …, fa caldo, forse 40. I bambini recitavano le poesie, imparavano l’italiano e facevamo fare le prove. Abbiamo la Pasqua, prendiamo uno che viene a suonare, si balla sotto gli alberi, si dà le uova ai bambini gratis. Quando c’è la festa della donna, gli uomini cucinano, servono, fanno tutto loro.”

Le nostre celebrazioni della festa della donna sono cominciate con Australia Donna.

Anna – ” Il significato della festa della donna è stare a letto e riposare, ma non succede mai!”

 

La beneficènza

Renata – “Praticamente con il gruppo, inizialmente abbiamo adottato dei bambini. Dopo di li, abbiamo iniziato anche a raccogliere i soldi per la festa del Volto Santo, la festa di Santa Croce, e ci hanno donato una riproduzione del Volto Santo. Il primo cui abbiamo donato è Camp Quality. Abbiamo donato soldi anche a RAH research (Royal Adelaide Hospital). E adesso sono tanti anni che diamo sempre i soldi a Childhood Cancer.”

Annamaria – “Per qualche anno, abbiamo donato anche a Compassion Australia, un gruppo che organizzano cose per i bambini”.

Francesca – “Un’amica del club che aveva il cancro al seno ha suggerito che partecipiamo alla Staffetta per la Vita dove una squadra di 10 persone camminano ininterrottamente per 24 ore per raccogliere soldi per la ricerca sul cancro. La nostra squadra, “Amici Toscani” era la prima squadra italiana (e la prima squadra toscana) a partecipare alla Staffetta. Ogni persona doveva raccogliere almeno $100, ma insieme abbiamo raccolto $5744.46″.

 

“Sta tutto nella cucina”: La Cucina:

‘Non preoccuparti, non ti licenziano, gli schiavi sono venduti’ – un cartello nella cucina del Club Toscana.

Renata – “Pina, Lina e suo marito, quando facevamo il picnic da Maglieri, anche a Carnevale, hanno fatto vedere una dimostrazione di come si preparano le cialde, le cialde toscane. C’è Nunzia, e anche Annamaria, che per i dolci, sono spettacolari”.

Annamaria – “Sta tutto nella cucina, il comitato è nato nella cucina”.

I cavalli di battaglia sono Lina e Pina con le cialde e Nunzia con la schiacciata.

Nunzia – “In Toscana, noi donne per Pasqua si faceva la schiacciata. La nonna la faceva. Queste sono specialità che abbiamo fatto conoscere nel Sud Australia.”

Anna – “Facciamo i pranzi mensili, e il pranzo dei pensionati.”

 

“I nostri giovani”

Nunzia – “I giovani sono orgogliosi di essere toscani, ma non sono interessati a continuare a lavorare qui al club.”

Francesca – “Abbiamo fatto qui ad Adelaide nel 2000, la prima conferenza dei giovani toscani, con i giovani di Adelaide, Melbourne e Perth, che sono molto appassionati.”

Pina – “(i giovani) venivano per il picnic, la festa della mamma e la festa del papà e il giorno della Befana. [L’importanza è,] si, i Toscanini fanno parecchie cose, però, mettili in cucina … Questo club va avanti perché c’è qualcuno che fa i pranzi e le cene. Altrimenti non andrebbe avanti.”

Anna – “I ragazzi sono giovani … e anche loro fanno parecchie cosine, diciamo, i Toscanini fanno un quiz night ch’è molto popolare, il 2 settembre, e donano a qualche associazione per benefic molto popolare.”

Lina – “I ragazzi partecipano alle funzioni, ma non aiutano. Anche i nostri figli sono orgogliosi di essere toscani e quando parlano della Toscana, non è che non vogliano essere ‘italiani’ … e anche i nipotini, ieri sera li avevo a casa, hanno le magliette ‘sono italiano’, Davvero! E sono happy, dicono, ‘sono italiano’.”

Francesca – ” Gli uomini dicono che nessuno verrà [se noi donne non cuciniamo]. Ma penso che i giovani continueranno a venire ma faranno cose diverse. Per esempio, faranno più bbq, oppure uno porta un piatto (pieno!!). Se hanno la possibilità, quando hanno più anni, prenderanno il controllo da noi. Ho minacciato il mio figlio maggiore che deve essere il presidente un giorno. Dice “Si, lo farò … ma non adesso”. Sua moglie gli darà supporto: è ucraina e ha molto spirito civico.”

 

Il futuro?

Pina – “Spero che qualcuno dei giovani, un giorno, prima che, noi veramente… non ci siamo più …vengano e imparare le tradizioni e altre attività toscane, speriamo, ma al momento, non la vedo troppo bene. There’s not much light at the end of the tunnel at the moment. Noi speriamo che c’è qualcuno che prenderà il nostro posto un giorno”.

Anna – “Penso che Il Club Toscana non sia l’unico club che abbia questi problemi. Penso che il fatto è che noi siamo tutti venuti in Australia, diciamo tanti anni fa e tutti abbiamo più o meno, sempre quella nostalgia dell’Italia. Ecco, allora si vorrebbe sempre stare insieme. Magari, i nostri figli, anche se si pensano italiani, però sono nati qui. Invece noi, con la nostra nostalgia che abbiamo dell’Italia, ecco, vogliamo essere sempre italiani e sentirci tali.”

Lina – “È stato bello, abbiamo questo club, questa cucina e tutto quello che abbiamo organizzato, è così. Ma se avessi pensato che dopo 25 anni così, fossi ancora qui [nel club], avrei detto ‘no way’”.

Ma nelle parole di Renata:

“Ma la cosa più importante, credo, è che lavoriamo tutte insieme per dare modo a tutte le persone che frequentano il club di sentirsi a casa, sentirsi in famiglia.”

Questo rapporto e’ stato trascritto e redatto da Melanie Smans, studentessa di Honours presso il Dipartimento d’Italiano dell’Universita’ Flinders, Sud Australia con la supervisione e supporto della Professoressa Flavia Coassin, docente nel Dipartimento d’Italiano dell’Universita’ Flinders, Sud Australia.

Australia Donna ringrazia il Dipartimento d’Italiano e Melanie Smans per la collaborazione al progetto.