Ella Spinelli

Elena Spinelli, Spinelli Knitting Pty Ltd,  Adelaide, Sud Australia

Il mio nome e’ Elena Spinelli e risiedo da ben 49 anni in Adelaide, la citta’ capitale del Sud Australia. Sono nata a Martorano di Cesena nel 1933. In Italia da giovanetta svolgevo in proprio l’attivita’di magliaia con l’aiuto di un paio di collaboratrici. Ero quindi gia’ indipendente e abituata al lavoro assiduo sin da ragazza, abbastanza intraprendente direi e alquanto generosa di carattere.

Nel 1957 ebbi il piacere di conoscere un giovanotto venuto dall’Australia, Sante Spinelli di Cesena, elettricista. Dopo un breve periodo di fidanzamento ci sposammo il 22 aprile del 1957 e di comune accordo decidemmo di vivere in Australia per alcuni anni per poi fare definitivamente ritorno in patria. Questo era il nostro programma d’allora.

Cercammo di partire insieme per il nuovo continente ma il disbrigo delle mie pratiche ando’per le lunghe all’Ambasciata Australiana di Roma (cosa tipica di quegli anni) per la qualcosa Sante decise di ripartire da solo per non far scadere il suo permesso di rientro. Io l’avrei seguito a ruota non appena ottenuto il necessario visto d’ingresso da parte delle competenti autorita’australiane di stanza in Italia.

Col passare del tempo, mentre ero in ansiosa attesa del visto, una strana, incomprensibile pressione fu usata ad un certo momento su di me da parte del personale dell’Ambasciata australiana di Roma, acche’ io partissi immediatamente per l’Australia. Ovviamente sorpresa e allibita mi chiesi: ”E’ successo qualcosa a mio marito?” Cercarono di assicurarmi dicendomi che assolutamente nulla gli era successo ma con un forte panico nel cuore e una forte apprensione partii alla volta dell’Australia. Era il 1958. Giunta all’aeroporto di Melborne sentii chiamarmi per microfono, cosa che mi stupi’ non poco per il fatto che non conoscevo nessuno. Ma dopo un po’ vidi Sante tutto fasciato al capo, in compagnia di donne romagnole di quella citta’. Compresi subito la realta’delle cose e cioe ’che Sante aveva avuto un grave incidente sul lavoro. Mentre egli infatti stava controllando un impianto che aveva appena terminato per la sua Ditta nel Blue Lake di Mount Gambier in Sud Australia, per l’inesperienza di un suo assistente, aveva subito una fortissima scarica elettrica che oltre ad ustionargli le mani e gli avambracci gli aveva provocato un contraccolpo che lo aveva fatto cadere con la parte frontale del capo su alcuni cavi di alta tensione.

Mio marito era restato per cinque giorni in coma prima di uscirne fuori con l’aiuto di Dio, senza il pur minimo conforto di un viso amico o di un familiare. Lascio immaginare il mio stato d’animo nel venire a conoscenza della gravita’della situazione.

Fu questo il mio primo impatto con la nuova terra.

Devo pero’ dire che, nonostante tutto, col bel carattere di mio marito riuscimmo a superare le nostre prime difficolta’: eravamo giovani sposi, innamorati l’un dell’altro e pieni di speranza in un futuro migliore.

Col tempo mi trovai subito un lavoro in una maglieria di Melbourne mentre mio marito usciva ed entrava dall’ ospedale per sottoporsi agl’interventi chirurgici che i medici gli suggerivano. Inizio’ a sottoporsi alla prima operazione subito dopo il mio arrivo a Melbourne.

Come gia’accennato, lavoravo da magliaia in quella citta’ e facevo la spola ogni giorno tra il mio posto di lavoro e l’ospedale. Sante mi dette ad intendere che era sua intenzione tornare al piu’ presto in Adelaide non appena i medici avessero terminato gl’interventi chirurgici su di lui e lo avessero dimesso dall’ospedale. Mi fece anche capire che difficilmente avrei trovato un lavoro da magliaia in Adelaide.

Devo far presente che a Melbourne avevamo comperato una macchina di maglieria da me non usata affatto pero’ durante il nostro soggiorno in quella citta’. Sante ebbe 18 operazioni nei suoi 18 mesi di degenza in ospedale, con risultato abbastanza soddisfacente. Egli riprese infatti, grazie a Dio, l’aspetto normale di prima. Volle subito tornare in Adelaide per riprendere il suo lavoro abituale e li’ ci trasferimmo e trovammo alloggio presso amici che misero a nostra disposizione una camera. La mia macchina di maglieria fu locata nella lavanderia di quell’abitazione. Giunti in Adelaide le nostre difficolta’ economiche furono enormi.

Non avevamo soldi, non riuscivo ad adattarmi a quel nuovo sistema di vita e psicologia tanto diverso dal nostro, a quell’ambiente tanto dissimile da quello dalla mia Romagna. Peggio ancora soffrivo per la mia incapacita’ di parlare una parola d’inglese. Avevo davvero delle grosse difficolta’ d’adattamento ma devo pur dire che fu mio marito a tenermi su di morale e a farmi superare quelle prime crisi. Egli e’stato per me il vero, paziente timoniere capace di riportare la nave a galla e a tenerla lontana dalle procelle.

Sante ha sempre creduto ciecamente nelle mie capacita’creative di magliaia ma anche se io ero l’esperta in quel campo ( sempre pero’ piena di timori ) e’ stato lui, dal vero inizio, l’uomo di grande visione, il vero, lungimirante e coraggioso ideatore di quella che poi doveva essre una vera e propria fabbrica di maglie a livello industriale in Adelaide.

Giunti in Adelaide, con quella macchina per magliaia da me menzionata a priori, cominciai a lavorare, e i miei primi 5 campioni li creai proprio in quella piccolo, modesta lavanderia ubicata nella residenza dei nostri amici. Terminati quei cinque capi non sapevo proprio a chi rivolgermi per metterli sul mercato. Finalmente incontrai il signor Mario Voidovich, che gentilmente interessato a quel mio lavoro, espose i miei capi nel suo negozio di Adelaide. Bene, cosa davvero incredibile, quei miei primi cinque campioni furono venduti in un batter d’occhio e da quel momento potrei asserire, ebbe in effetti inizio la Ditta Spinelli.

Avevamo preso in affitto un modestissimo locale sulla Sydenham Road di Norwood, in un sobborgo di Adelaide. Dopo un anno di varie difficolta’, inizio’ il successo, con molte richieste dei miei capi da parte di privati e, gradualmente, da parte delle migliori boutiques di Adelaide. Fui costretta ad assumere le prime due operaie, che poi, in un breve periodo di tempo divennero sei. Non fu cosa facile per me e Sante far fronte a spese ed impegni abbastanza ingenti e riuscire a pagare le proprie dipendenti a fine settimana. Furono sacrifici enormi, con Sante costretto ad alternare il suo lavoro di elettricista con quello di amministratore della piccola azienda.

Nello stesso tempo incominciammo anche famiglia con la nascita, nel 1961 del primo bambino, Franco (oggi ammogliato, laureato in lingue e padre di 3 bambini). Nel 1962 nacque il secondogenito, Marco (oggi architetto, sposato e padre di un bambino). Tempi davvero difficili quelli perche’ non e’ facile far coincidere la maternita’ col lavoro e gl’impegni presi.

Nel 1967 nacque poi la terzogenita, Alessandra (oggi insegnante di scuola superiore, ammogliata, con due bambini), l’ultimo rampollo dell’impero Spinelli.

La continua richiesta dei capi Spinelli fu tale che a mio marito venne l’ardua idea di costruire una vera e propria fabbrica. Egli compi’ dei veri miracoli nel trovare i fondi necessari per l’acquisto di un piccolo stabile con annesso suolo edificatorio a Kensington, sempre in Adelaide ( ad un tasso d’interessi da capogiro) e li’ riuscimmo a buttare le basi concrete di quella che divento’ poi, nell’arco del tempo, una vera e propria fabbrica industriale in quel di Adelaide. Lo stabile acquistato venne infatti esteso fino a diventare l’imponente edificio attuale.

Nostra grande fortuna fu che 24 giorni prima che nascesse Marco nel’ 62 arrivasse dall’Italia mia madre, Maria Benvenuti, vedova, assieme a mia sorella Pierina, ventenne, anch’essa magliaia, dotata inoltre d’una notevole creativita’ nel disegnare modelli.

Mia madre prese immediatamente in mano le redini della nostra casa e mando’ avanti con vera maestria il ménage di essa, sovraintendendo ai lavori di cucina, di lavanderia, ecc. e dedicandosi con vero amore alla crescita della nuova generazione Spinelli d’Australia. Fu una vera manna dal cielo il fatto che la mia genitrice arrivasse in Australia al momento giusto, una donna attiva e molto giovane (aveva allora solo 54 anni) .La sua presenza mi permise di dedicarmi completmente al lavoro, coadiuvata mirabilmente da Pierina che era piena di volonta’ e aveva delle idée creative straordinarie. Ella mi fu di grande aiuto in fabbrica, come collaboratrice e disegnatrice, sotto tutti gli aspetti. Quando ella volo’in nozze con Mario Calo’, il marito si uni’ alla nostra azienda quale ottimo sarto e tagliatore provetto, completando cosi i bisogni della fabbrica.

La nostra azienda, basata sin dall’inizio sull’integrita’ piu ’assoluta, riusci’ a bruciare le tappe e giungere ad un successo che in breve tempo fece eco per l’intera nazione australiana ed anche all’estero. Importammo macchine tecnologicamente avanzate dalla Germania e dall’Italia, filati Zegna delle migliori marche italiane,d’assieme a bottoni e accessor vari.

Le continue richieste dei capi Spinelli da parte dei Grandi Magazzini d’Australia e delle piu’ rinomate boutiques della nazione, assieme alle richieste provenienti dalla Nuova Zelanda e dal Giappone ci costrinsero ad assumere altro personale. La Spinelli Knitting ad un certo punto, nel 1970, riusci’ a contare un organico di oltre 100 dipendenti e tale ingente numero rimase tale fino al 1975 quando poi, gradualmente, si dimezzo’ per l’avvento raggiunto dalla tecnologia moderna che ci costrinse ad acquistare macchine computerizzate.

Devo anche far presente che originariamente usavamo in fabbrica la lana australiana che era molto pregiata ma non raffinata. Per i capi fini che noi producevamo ci occorreva una lana ben trattata e raffinata. Siccome Zegna in patria era il maggior compratore delle lane grezze australiane (che poi venivano perfettamente trattate e raffinate dalle sue fabbriche) noi compravamo questo prodotto dalla sua Ditta in Italia.

Nel 1980 abbiamo cominciato con l’alta moda. C’era molta concorrenza, dall’Italia, dalla Germania e da altre parti del mondo. Dovevamo competere con grandi disegnatori di fama internazionale e ovviamente non fu un cammino facile. Abbiamo pero’avuto grandi soddisfazioni. Ricordo in particolare, un aneddoto. Negli anni 80 compravano alta moda da noi i Grandi Magazzini d’Australia come Myers,David Jones e le piu rinomate boutiques delle citta’australiane.

Un bel giorno, Myers di Adelaide ci sorprese nel mostrare, in esclusiva, nelle sue grandi vetrine sulla Rundle Mall di Adelaide, i capi Spinelli. Io e mio marito, di buon mattino ci recammo in citta’per vedere quelle vetrine di Myer, ma piu’che altro per sentire i commenti dei passanti che si fossero fermati ad osservare nostri capi. I commenti da noi uditi ci resero ben fieri e ci ripagavano di tutti i sacrifici da noi sofferti nel passato. Sembrava un sogno che io, da semplice magliaia romagnola, avessi ottenuto tutto quel clamore e plauso nel giro di pochi anni in questa nuova terra.

Devo anche dire che una cosa che non abbiamo mai trascurato nella nostra fabbrica e’ stata la qualita’ e la materia prima , difatti abbiamo sempre usato sia per i capi estivi che invernali i migliori filati esistenti sul mercato. La materia prima soprattutto e’ stata sempre la nostra priorita’. Non e’stato facile col passare degli anni e l’accanita concorrenza nel campo della moda, sostenere delle spese a volte ingenti e nello stesso tempo mantenere i prezzi ad un livello ragionevole per stare sul mercato. Come ho gia’detto, abbiamo iniziato con l’alta moda nel 1980 e siamo andati avanti con essa negli anni 90 e nel 2000, fino ai tempi di oggi. Molto spesso io e mia sorella Pierina andavamo a guardare le sfilate di moda Spinelli negli altri Stati d’Australia, per lo piu’ a Sydney. Prendevamo l’aereo di mattina (come qui e’ di prassi quando ci si sposta da uno Stato all’altro) e dopo due ore eravamo in quella citta’, assistevamo alla nostra sfilata e ritornavamo in Adelaide, ben soddisfatte dell’esito ottenuto in quei grandi magazzini.

Ad un certo punto entro’ a far parte della Direzione della nostra azienda il mio primogenito Franco, molto bravo nel campo delle Relazioni Pubbliche. Dopo un certo periodo di tempo Franco si reco’ in Germania per partecipare ad un corso accelerato sulle piu’ moderne machine tessili computerizzate.

Al termine di quel corso la Spinelli Knitting acquisto’ infatti dalla Germania una di quelle modernissime macchine tessili speciali capaci di produrre dei capi che sono dei veri e propri capolavori. Su tale macchina Franco ha alternato per anni il suo lavoro di Public Relation per la nostra Ditta, col suo lavoro di operatore e programmatore di essa, producendo dei capi di lana speciale veramente fantastici da lui disegnati.

A questo punto vorrei fare una dichiarazione molto importante e ovviamente molto onesta. La fortuna della nostra Ditta e’ dovuta anche al fatto che abbiamo avuto una collaborazione davvero fantastica dal nostro personale, un personale magnifico e onesto sotto tutti i punti di vista, lo definerei insostituibile, personale che ha seguito da vicino per lunghi anni la visione futuristica di alta moda della Ditta per cui lavoravano. Penso che essi tutti abbiano contribuito non poco, con la loro mano d’opera specializzata e la loro perseveranza lavorativa a fare del nome SPINELLI uno dei piu’rinomati in Oceania e nel mondo sofisticato e fantasioso della moda e dell’eleganza femminile.

Tra i nostri dipendenti c’era anche gente appena giunta dall’Italia, gente desiderosa di lavorare ma che non conosceva la nuova lingua. Trovava presso di noi, nella nostra fabbrica, un altro lembo d’Italia trapiantato in Australia.

Essendo la nostra una Ditta italiana parlavamo per lo piu’ ovviamente nella nostra lingua. Molti dei nostri dipendenti hanno lavorato per noi, per decenni, tutte persone che hanno sempre svolto il loro lavoro con una dedizione esemplare che definerei unica. Posso dire con una punta di fierezza che i rapporti, soprattutto quelli umani, tra la Direzione della nostra azienda e il personale, sono stati sempre magnifici. C’e’ stato sempre tra noi un grande rispetto reciproco e la massima comprensione. Per noi e’stata una vera gioia aver avuto queste care donne in fabbrica. A tutto il nostro personale va il mio sincero e affettuoso grazie e la mia eterna gratitudine, assieme a quella di mio marito.

Ricordo in particolare con vero piacere e con grande affetto una delle operaie che venne a lavorare nella nostra fabbrica all’ eta’di 17 anni.

Durante l’ultima Pasqua, quella del 2006, ella ha compiuto i suoi 60 anni ed e’ stata finora alle nostre dipendenze, con ore ovviamente ridotte. Ha lavorato per la Ditta Spinelli per ben 43 anni ed ha 4 figli.

Durante tutti questi anni molta gente e’ritornata in Italia dall’Australia e nell’indossare in patria i nostri capi veniva spesso chiesto loro dove li avessero comperati. Gl’ italiani in patria rimanevano quasi increduli nel venire a sapere che capi del genere fossero stati confezionati qui in Australia.

La moda semplice per me e’ eleganza e la raffinatezza dei capi e’ molto importante. Un punto imperativo per la moda e’ senz’altro la qualita’. Siccome i nostri capi sono di maglieria, anche se di alta moda, non c’e mai stato un caso (e di questo me ne vanto) laddove una nostra cliente sia mai venuta da noi a lagnarsi per un capo mal riuscito (parlo di maglie che fanno quel pelo che la gente odia). Nella mia fabbrica questo non e’ mai capitato. Il nostro successo e’ dovuto appunto alla qualita’ e al ’design’ dei nostri capi.

Penso che la Spinelli Knitting abbia raggiunto l’apice dell’abbigliamento in questo Paese, con una foggia che credo abbia saputo ben rappresentare la raffinatezza di una civilta’ al suo culmine, aggiungendo al canone dell’eleganza il concetto della funzionalita’dei suoi capi. Sono ben certa, e le tante testimonianze ricevute lo provano, che l’aver indossato uno “Spinelli” in Australia sia stato per la donna sinonimo di eleganza ed una buona ragione per guardarsi un poco di piu’ nello specchio. I nostri capi comprendono linea, grinta stilistica, semplicita’ e funzionalita’. Oggi piu’ che mai, col crescere nelle citta’ delle esigenze di affermazione sociale, la moda si sviluppa sempre di piu’. Credo che la “Spinelli Knitting” con le sue creazioni e variazioni di vestiti e accessori femminili, abbia portato bene alto il nome dell’ alta moda italiana in questo continente oceanico. L’Italia ha infatti conquistato nel mondo un primato culturale, di cui la moda, nel senso lato di costume sociale, ne e’il segno piu’manifesto.

Penso che per le donne del mondo moderno la DISTINZIONE, critica sociale del gusto, sia il vero ‘status symbol woman” perche’ sapendosi distinguere meglio, vengono piu’ spiate e imitate. L’eleganza e’ raffinatezza nel vero senso della parola, non facilmente raggiungibile ne’ imitabile e per la moda e’ l’elemento dimostrativo di gusto e di gradevole ricercatezza.

Per cio’che riguarda i miei figli posso dire che essi sono stati allevati e cresciuti secondo le migliori tradizioni della bella Romagna. I tre fratelli sono il vanto e l’orgoglio dei loro genitori.

Io e mio marito, sebbene contornati da cori di approvazione per i nostri prodotti d’alta moda e sommersi da premi, riconoscimenti e attestazioni di ogni genere e coinvolti per anni nel giro del grande business, non abbiamo mai perso il nostro grande patrimonio comunicativo e quel contatto umano e ospitale che e’ d’altronde una delle prerogrative piu’ schiette della bella terra dalla quale proveniamo, quella Romagna attiva e generosa che non abbiamo mai dimenticato e alla quale ci sentiamo legati per la vita pur vivendo cosi’ lontana da essa.

In questi lunghi 47 anni di carriera le soddisfazioni sono state tante, immense, enormi, posso solo testimoniare che ho fatto questo lavoro con una gioia immensa. Mio marito infatti ha.sempre considerato che questo per me non era un lavoro, bensi’un hobby. Ora, dopo 47 anni, e’ giunto il momento di godere i frutti del mio lavoro anche perche’ non c’e’una continuita’. I nostri figli hanno scelto carriere diverse, pertanto, all’eta’ di 74 anni per me, 65 per mia sorella e 80 per mio marito e’ giunta l’ora di dire ”Good-bye ” al nostro lavoro. Siamo ben certi pero’ di lasciare un bel ricordo in tutte quelle donne d’Australia e d’oltremare che hanno indossato per anni i capi Spinelli.

Io e mia sorella siamo ora pronte a fare le nonne. Ho 6 nipotini e mia sorella Pierina 4.

Termino rivolgendo il mio pensiero riverente e pieno d’amore e quello di mia sorella Pierina e delle intere nostre famiglie Spinelli e Calo’ alla cara memoria di nostra madre. Ti ringraziamo tutti, mamma (ed in particolare i tuoi nipoti) per tutto quello che hai fatto per noi in questa vita, porteremo il tuo caro ricordo fino alla tomba ed oltre.

 

Adelaide, li 18 Febbraio 2007