Gli inizi della radio etnica: un punto di vista personale (Rosa Colanero, 1999)

Nel 1974 ero iscritta ad un corso di specializzazione dell’Università di Adelaide e come parte di questo corso svolgevo una ricerca sui valori base delle famiglie emigrate italiane. Ero una delle prime ragazze di origine italiana a voler frequentare l’università. I miei genitori hanno appoggiato la mia scelta nonostante i consigli e il parere contrario di alcuni amici di famiglia. Mia madre era un po’ preoccupata sul futuro di una ragazza che continuava gli studi, ma era stata rassicurata da una sua amica la cui figlia frequentava già l’università. Mi interessavano molto le questioni riguardanti l’essere di origine italiana in Australia. I miei studi di Scienze Politiche, che includevano anche ricerche sociologiche e una serie di interviste a delle famiglie di emigranti italiani, mi hanno spinto a diventare membro fondatore dell’Italian Education Movement, creato per promuovere l’insegnamento e l’apprendimento della lingua e cultura italiana nelle nostre scuole e altre istituzioni. Nel 1974 c’erano tanti studenti di origine italiana ma c’erano poche opportunità di imparare l’italiano e c’erano pochi insegnanti di lingua e cultura italiana. A molti insegnanti di origine italiana veniva chiesto di insegnare la lingua con poche conoscenze e poco addestramento professionale. Una delle priorità dell’Italian Education Movement fu quella di formare una cattedra di Lingua e cultura italiana al Magistero di allora. A quei tempi vi facevano parte Alessandro Gardini (Presidente), Romano Rubichi, Rosa Matto, Sarah Kitto.

Io svolgevo anche un po’ di lavoro alla 5UV, la stazione radio dell’università. Keith Conlon era il manager della stazione radio e siccome era mio vicino di casa, ogni tanto mi dava un passaggio all’università. Fu così che cominciammo a parlare di una radio comunitaria, basata sul principio della messa in onda di programmi preparati appunto da gruppi comunitari. Questa idea stava prendendo piede in Australia e 5UV stava cercando di emendare il suo regolamento per poter includere anche programmi comunitari.

Keith Conlon ed io abbiamo discusso la possibilità di avere un programma comunitario in italiano e Radio 5UV organizzò un seminario di due giorni sulla radio comunitaria, credo nell’ottobre del 1974. Dopo il seminario organizzai una riunione (nel garage dei miei genitori a Prospect) per discutere del programma. Al primo incontro parteciparono Antonio Mercurio, Rosanna Caporale e Sarah Kitto. Il programma avrebbe anche dovuto includere un aspetto educativo. Io suggerii di dedicare i singoli programmi alle regioni italiane, con un po’ di geografia, storia, folklore, musica e ricette e informazioni sugli emigranti di quella region, abitanti nel Sud Australia, oltre ad una rubrica chiamata Aiuto che avrebbe dovuto fornire informazioni sui servizi della comunità e argomenti vari. Questo programma fu approvato dal comitato esecutivo dell’IEM ed io fui nominata presidente del sottocomitato dela radio.  Il primo programma venne dedicato agli Abruzzi non solo perché iniziava con la lettera ‘a’ ma anche perché io avevo forti legami in questa comunità grazie alle mie origini. Per preparare il programma abbiamo usato risorse comunitarie, abbiamo parlato con la gente per coinvolgerla e abbiamo preso in prestito libri e dischi. Siccome ci avevano regalato un disco intitolato Paesani, abbiamo deciso di chiamare anche il programma “Paesani”.

Tramite l’IEM invitammo la gente a partecipare. Luciano Barteletti fu tra i primi ad assistere e si interessò soprattutto all’aspetto tecnico del programma. Il primo programma fu registrato a casa sua. Ricordo ancora con affetto l’ospitalità e la torta alle noci senza farina, preparata per noi da sua madre e da sua zia.

Luciano propose di usare come sigla di apertura “Va pensiero”, che viene usata ancora oggi. Il primo programma, mandato in onda il 3 marzo 1975, fu prodotto e coordinato da me e ad esso parteciparono Rosanna Caporale, Nives Zancanaro, Luciano Barteletti ed Enzo Dobrilla. Questo fu il primo programma radio trasmesso in Australia in una lingua diversa dall’inglese. Durante la stessa settimana Radio 5UV aveva trasmesso programmi in altre lingue, ma il nostro era stato il primo! Gli altri Stati hanno cominciato a produrre programmi simili solo dopo diversi mesi. In Sud Australia siamo stati i primi!

In seguito al primo programma ricevetti numerose telefonate di persone emozionate, contente di aver sentito la loro lingua alla radio. Ci sono state molte lacrime e tante espressioni di gratitudine.

In seguito diversi italiani nuovi arrivati, come Enzo Soderini e Massimo Buonaiuto, collaborarono al programma, tutti su base volontaria. Gabriele Damiani durante un viaggio in Italia si mise in contatto con la RAI e così cominciammo a ricevere cassette di programmi radiofonici italiani che in parte usavamo nel nostro programma. Anche Ilario Nesci cominciò a collaborare con noi con costanza e diligenza.

Molta gente era ansiosa di collaborare con noi. Alcuni di essi però erano sorpresi di avere a che fare con una giovane donna nelle vesti di produttrice del programma, alcuni addirittura scandalizzati. La mia età ed il mio sesso cominciavano ad essere un problema, ma il programma continuava ad andare avanti. Giovanni di Sessa si unì al gruppo quando preparammo un programma sulla Campania e insieme a Rosa Matto condussero un ottimo programma musicale.

In seguito decidemmo di intervistare tre donne di mezza età provenienti dalla Toscana, le quali si dimostrarono così a loro agio durante la trasmissione che decidemmo di cambiare la nostra scaletta per includere i loro commenti spiritosi sulla vita in Italia e in Australia. Ricevemmo tante telefonate di apprezzamento, in particolar modo da donne, su questa trasmissione sulla Toscana.

Era l’anno internazionale della donna e noi partecipammo discutendo sulla diversità dei problemi riguardanti la donna e la diversità dei loro interessi. Molte donne di origine italiana ebbero modo di esprimere il loro parere durante la trasmissione e dimostrarono il loro interesse verso tante questioni. Le donne ci telefonavano per le ricette di cucina e ci mandavano le loro, ci chiedevano informazioni sui servizi e noi indicavamo loro gli enti  a cui riferirsi, ci facevano delle richieste e furono grate per le informazioni sulla salute. Non so se era per il fatto che Nives ed io eravamo donne, ma il programma veniva considerato più orientato verso le donne ed erano soprattutto le donne a contattarci e alle varie funzioni comunitarie ci abbracciavano emozionate.

Abbiamo intervistato grandi personaggi come Gianni Morandi e Don Dunstan. Avevamo il nostro programma di richieste e Alfa Emporium ci prestò molti LP e ce ne regalò anche tanti. Quella fu la nostra collezione di dischi.

Alcuni studenti prepararono delle sezioni del programma che ebbero molto successo con gli studenti, gli insegnanti e la comunità. Abbiamo appoggiato tanti eventi comunitari con la sponsorizzazione di alcuni club. Abbiamo anche appoggiato il primo Festival Italiano (il primo in Australia!), tenutosi a Rundle Mall, Adelaide nell’ottobre del 1976.

Per migliorare la qualità della produzione delle trasmissioni decidemmo di registrare negli studi della 5UV, con il contributo dell’IEM e delle donazioni e fondi offerti dagli sponsor.

Nel 1975, ebbi modo di partecipare a delle riunioni con altri produttori della radio etnica, durante i quali venne formato l’Ethnic Broadcasters Incorporated (EBI). In seguito Luciano Barteletti prese il mio posto nella rappresentazione di Radio Paesani e dell’IEM.

Il primo anno di Radio Paesani fu molto eccitante e innovativo, ma dopo cominciarono ad emergere le preoccupazioni riguardo la mia giovane età ed il mio genere. Ebbi l’impressione che nonostante mi si fossero date tutte quelle responsabilità, tanti membri dell’IEM non mi avevano preso sul serio. Quando diventò evidente che i programmi radio stavano ottenendo un grosso successo, alcune persone pensarono che una giovane donna non poteva mantenere il controllo effettivo e che le responsabilità erano troppe per lei. Inoltre avevano paura che la mia capacità di giudizio sarebbe stata influenzata dai miei rapporti con gli affascinanti giovani italiani di Radio Paesani e che io non venissi presa sul serio dagli uomini di mezza età che gestivano i club. E qui probabilmente avevano ragione. Il dibattito sulla comunicazione tra la prima e la seconda generazione continua, mentre la questione dei sessi si univa alla complessità della situazione.

Quando fui intervistata e fotografata dall’Advertiser e Rosa Matto partecipò al programma televisivo Today Tonight, mi fu rimproverato il fatto che avrei dovuto usare figure più autorevoli, cioè figure maschili. In seguito alla continua dimostrazione di queste riserve nei miei confronti e quando cominciarono le interferenze su quanto facevo… decisi di dimettermi dalla mia carica di presidente del sottocomitato della radio.

Sapevo che i programmi sarebbero continuati, ma sapevo anche che gli altri avevano delle priorità diverse dalle mie. Suppongo di essere stata idealista nel volere un programma che piacesse a tutti, alla prima e alla seconda generazione. Volevo un programma che piacesse ai giovani, volevo che i giovani conoscessero le loro origini italiane restando sempre in un contesto australiano. Ero preoccupata che gli altri trasformassero la trasmissione in un programma che piacesse solo alla prima generazione e questo io lo consideravo un peccato. Per questo non me la sono sentita di continuare a ricoprire quella carica. Noi della seconda generazione ci sentimmo alienati e così dedicammo ad altro.

Negli ultimi vent’anni tante persone sono state coinvolte nella radio raggiungendo traguardi per i quali vanno lodati. Il loro contributo è stato incredibile. So anche che tante donne hanno collaborato e anche il loro apporto va lodato. Il loro impegno in termini  di tempo, energia ed entusiasmo non potrà mai essere compensato.

Io non ho avuto molto a che fare con la Radio Italiana; ho solo preso parte a qualche intervista su argomenti vari. Qualcuno ancora si ricorda di me, ma c’è ancora vaghezza sulle origini del programma. Spesso si dice che la radio italiana sia stata fondata da alcuni studenti e che non è durata molto, mentre non si è sicuri sul ruolo svolto da alcune persone e chi erano queste persone. A me e ad altri venne consegnata un emblema per onorare la nostra partecipazione, ma c’era questa incertezza sui nostri ruoli: sarà stato perché ero una giovane donna? Perché mi sento che alcuni uomini si sentono a disagio a riconoscere che io avevo agito da catalizzatore? Perché penso che si preferisce l’incertezza per quanto riguarda gli inizi della radio iataliana?

Nel 1998 mi trovai per caso ad un evento organizzato dalla Radio Italiana e fui travolta dalle emozioni per il riconoscimento a livello personale che ricevetti. Un’ovazione in mio onore  riempì di lacrime i miei occhi e mi fece venire un nodo in gola. Molti coloro che erano felici di vedermi e che salutarono con affetto. Ho apprezzato molto queste manifestazioni  d’affetto e il riconoscimento del mio ruolo. Ci tengo a sottolineare che il mio ruolo è stato di catalizzatore e credo che questo debba passare agli atti, così come il ruolo degli altri partecipanti al gruppo durante i primi due anni, senza allo stesso tempo voler diminuire l’impegno delle tante persone che hanno collaborato negli ultimi 25 anni. Noi abbiamo fatto i primi passi, ma altri hanno continuato la nostra opera trasformandola in quello che è la Radio Italiana oggi. Il contributo di noi tutti deve essere riconosciuto.

Rosa Colanero, 1999